Nella serata del 20 giugno, nel nostro emisfero, entriamo ufficialmente nella stagione estiva con il solstizio d’estate. È il momento in cui il sole raggiunge il suo punto più alto rispetto al pianeta terra e la giornata dura circa 15 ore.
Ma percepiamo realmente questa differenza tra la primavera e l’estate?
Negli Ultimi anni, se non decenni, le stagioni sono sempre meno incisive nel regolare i nostri anni solari tant’è che gli inverni sono brevi e le primavere vengono anticipate fondendosi gradualmente con l’estate. Ciò che cambia in misura importante è anche il numero di precipitazioni improvvise che, aumentando in frequenza e intensità, colpiscono popolazione e territorio causando innumerevoli disagi. Ha quindi ancora senso parlare di stagioni, di estate e di solstizio? In realtà sì, per scandire di netto lo scorrere del tempo e delle rotazioni terrestri, per sancire un cambiamento di abitudini e di routine e per avere una chiara indicazione di come e perché cambia la flora e la fauna che ci circonda anche se, in realtà, è sempre più necessario tenere sott’occhio e contrastare il cambiamento climatico.
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